Con l’app Io, aumentati i documenti falsi. Procura e Polizia municipale insieme per combattere il fenomeno

A Palermo, Procura della Repubblica e Polizia Municipale si uniscono per fronteggiare l’emergenza, trasferendo ai tanti agenti che quotidianamente sono nelle strade della città tutti i dettagli che permettono di riconoscere un documento digitale vero da uno falso, in un incontro formativo, promosso da Anvu, Associazione professionale della polizia locale di Italia, e ospitato nella sede di Palermo di Hikvision, colosso mondiale del marchio di videosorveglianza.

Presenti all’appuntamento il comandante della Polizia Municipale, Angelo Colucciello, il sostituto procuratore Carmela Romano, l’assessore regionale ai Trasporti, Alessandro Aricò, l’assessore comunale al Turismo, Alessandro Anello, il presidente regionale di Anvu, Giovanni Battista D’Amico e i responsabili di Hikvision, Nino Pumilia e Piero Marsala. È emerso che la stampa dei documenti falsi non interessa il territorio palermitano ma la loro diffusione sì e ad operarla sono, in genere, la criminalità organizzata e, talvolta, impiegati infedeli. A finire sotto il mirino dei controlli di identità sono soprattutto gli stranieri, tra i quali il fenomeno è più diffuso, così come tra coloro che hanno la fedina penale macchiata e quelli che vogliono cambiare identità.

“Il falso documentale è diventato importante da quando i documenti si trovano in formato digitale sull’app Io”, ha affermato il comandante della Polizia Municipale, Angelo Colucciello. “La Polizia Municipale ha creato, a Palermo, un Gabinetto di Polizia Scientifica ad esso dedicato in via Ugo La Malfa, 72 con personale formato ad hoc, che ha le capacità di discernere il documento falso in ragione delle sue caratteristiche. Vogliamo evitare che si creino delle falle all’interno dell’amministrazione che li rilascia, ad esempio quando un impiegato si trova davanti il documento di un paese estero. Spesso il falso è proprio il documento di provenienza e adesso abbiamo gli strumenti per controllarli. Nei nostri documenti gli elementi per verificarli sono tanti, delle ombre create ad hoc, il bollo di Stato che ha un ologramma particolare ed altri che teniamo riservati al pubblico ma li destiniamo alla nostra formazione”.