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  • Il rapporto 2025 sugli obiettivi dell’Agenda 2030

    Il rapporto 2025 sugli obiettivi dell’Agenda 2030

    Lo scorso 10 luglio 2025 l’Istat ha pubblicato l’ottava edizione del Rapporto sugli Obiettivi di sviluppo sostenibile, con cui fornisce un aggiornamento dell’avanzamento dell’Italia rispetto ai 17 Goal (SDGs) dell’Agenda 2030. Il Rapporto, redatto con la collaborazione di numerosi enti del Sistema statistico nazionale (Sistan) e soggetti esterni, è composto di una panoramica nazionale, analisi territoriali, approfondimenti per ogni Goal (tema/obiettivo) e un confronto con gli altri paesi UE27.

    L’Agenda 2030, adottata dall’ONU a dicembre 2015, con 17 obiettivi globali per lo Sviluppo Sostenibile, con particolare riferimento alla povertà, la fame, le disuguaglianze e il cambiamento climatico, segue un calendario valutativo annuale. Ogni Paese viene valutato annualmente in sede ONU attraverso l’attività dell’High-level Political Forum (HLPF), che ha il compito di valutare i progressi, i risultati e le sfide. Ogni quattro anni l’Assemblea Generale dell’ONU si riunisce per affrontare un dibattito inerente lo stato di avanzamento dell’Agenda 2030 alla presenza dei relativi Capi di Stato e di Governo (la prima si è svolta nel 2019). L’Agenda 2030 in Italia è seguita dalla Cabina di regia “Benessere Italia”, organo della Presidenza del Consiglio, con il ruolo di “coordinare, monitorare, misurare e migliorare le politiche di tutti i Ministeri nel segno del benessere dei cittadini”.

    Vediamo in estrema sintesi la situazione dell’Italia, ed in conclusione alcuni spaccati riguardanti alcuni ambiti dove la Sicilia esprime divari significativi rispetto alle altre regioni italiane e per questo da porre al centro dell’azione politica e amministrativa.

    Obiettivo 1-Sconfiggere la povertà: Nel 2023 l’incidenza della povertà assoluta in Italia si attesta al 9,7%. (5,7 milioni di residenti).  Campania, Calabria e Sicilia superano il 40%, mentre le regioni del Nord sono sotto al 15%.

    Obiettivo 2- Sconfiggere la fame: Nel 2024, l’1,3% della popolazione italiana soffre di insicurezza alimentare (-0,2 p.p. rispetto all’anno precedente).

    Obiettivo 3- Salute e benessere: Nel 2024 la speranza di vita alla nascita in Italia è di 83,4 anni, in aumento rispetto al 2023 (+0,4 anni).

    Obiettivo 4-Istruzione di qualità: Nel 2024, la quota dei giovani di 18-24 anni con al più il diploma di scuola secondaria di primo grado e non inseriti in percorsi di istruzione o formazione è pari al 9,8%; in riduzione rispetto all’anno precedente (10,5%). Nel 2024, i 25-34enni in possesso di un titolo di studio terziario sono il 31,6%, in aumento rispetto al 2022 (30,6%), ancora lontani dal target del 45% per il 2030.

    Obiettivo 5-Parità di genere: In crescita nell’ultimo decennio la rappresentanza politica delle donne nelle amministrazioni regionali, così come nei consigli di amministrazione delle società quotate in borsa e negli organi decisionali.

    Obiettivo 6-Acqua pulita e servizi igienico-sanitari: Nel 2022, l’Italia e prima, tra i paesi UE27, per volume di acqua prelevata per uso potabile da corpi idrici superficiali o sotterranei (9,13 miliardi di metri cubi, esclusi i prelievi da acque marine; -3,6% rispetto al 2015) e terza per prelievo pro capite (155 metri cubi annui).

    Obiettivo 7- Energia pulita e accessibile: Nel 2023, la quota complessiva di energia da fonti rinnovabili (FER) sul consumo finale lordo di energia (CFL) aumenta solo marginalmente, collocandosi al 19,6% (+0,5 p.p. rispetto al 2022 e +2,9 p.p. Nel 2023 si riscontrano andamenti positivi in termini di riduzione dei consumi energetici, confermando la posizione virtuosa dell’Italia nel contesto europeo.

    Obiettivo 8-Lavoro dignitoso e crescita economica: In Italia, nel 2024 il Pil registra un incremento dello 0,7% in volume, in linea con l’anno precedente, segnando una crescita al di sotto della media UE27 (+1%).

    Obiettivo 9-Imprese, innovazione e infrastrutture: Nel 2022, l’intensità di ricerca prosegue nel suo calo iniziato l’anno precedente, attestandosi all’1,37% del Pil (era l’1,43% nel 2021), un livello tra i più bassi dell’UE27.

    Obiettivo 10-Ridurre le disuguaglianze: In Italia, nel 2023, il 20% più ricco della popolazione guadagna 5,5 volte il reddito del 20% più povero; l’Italia si conferma tra i paesi dell’Unione europea con la maggiore disuguaglianza reddituale.

    Obiettivo 11-Città e comunità sostenibili: Nel 2023, scende al 10% la quota di comuni capoluogo che registra concentrazioni medie annue di PM2,5 superiori a 20 μg/m3 (erano il15,6% nel 2022). Nel 2024, aumenta la quota di famiglie con difficolta di collegamento con il trasporto pubblico (34,5%) tornando a incidenze simili ai valori precedenti la pandemia (33,5%). Nel 2024, cresce la quota di studenti che si recano abitualmente nei luoghi di studio solo con i mezzi pubblici raggiungendo il 28,5% (25,5% nel 2023).

    Obiettivo 12-Consumo e produzione responsabili: Il 2023 segna andamenti favorevoli per il consumo interno di materia (CMI), che diminuisce del 7,4% in rapporto al Pil e del 6,7% in rapporto alla popolazione. Con 0,25 tonnellate di materiale consumato per 1.000 euro e 8,3 per abitante, l’Italia risulta tra i paesi più virtuosi dell’UE27, guadagnando la seconda posizione nella graduatoria pro capite e la terza in quella rispetto al Pil.

    Obiettivo 13-Lotta contro il cambiamento climatico: Le emissioni di gas serra dell’economia italiana tornano a diminuire nel 2023 (-5,3%). Guidano il calo delle emissioni le industrie della fornitura di energia elettrica, gas vapore e aria condizionata (-22,2%) e della manifattura (-3,8%) insieme al riscaldamento domestico (-9,3%). In controtendenza le emissioni del settore dei trasporti (+9,1%). In crescita nel 2023 le anomalie di temperatura rispetto alla normale climatologica, sia a livello globale (+0,86°C) sia in Italia (+1,14°C).

    Obiettivo 14-Vita sott’acqua: Nel 2023, tornano a diminuire i rifiuti marini spiaggiati, 250 ogni 100 metri di spiaggia (nel 2022 erano 303); lontano l‘obiettivo UE (20 rifiuti ogni 100 metri). Nel 2022, tutelato l’11,6% delle aree marine, ma resta distante l’obiettivo del 30% della Strategia sulla biodiversità al 2030. Nel 2023, protetto dalla Rete Natura 2000 il 6,5% delle aree marine. Cresce nel 2023 la percentuale di acque di balneazione con qualità eccellente: il 98,0% rispetta gli standard minimi della Direttiva sulla Balneazione UE.

    Obiettivo 15-Vita sulla Terra: Nel 2022 le aree protette coprono il 21,7% del territorio nazionale. L’obiettivo fissato dalla Strategia nazionale per la biodiversita è di raggiungere il 30% entro il 2030.

    Obiettivo 16-Pace, giustizia e istituzioni solide: Secondo il Censimento 2023, dimorano sul territorio, ma non risultano iscritti in anagrafe, 97.959 individui, stranieri nell’86,3% dei casi. Nel 2024, la percentuale di detenuti in attesa di primo giudizio (15,4%) è rimasta stabile rispetto l’anno precedente. Nel 2023, le vittime dei reati violenti (aggressioni fisiche, rapine e minacce) sono state 1,3 ogni cento abitanti.

    Obiettivo 17-Partnership: In Italia, negli anni 2013-2023, l‘andamento dell’aiuto pubblico allo sviluppo è stato altalenante, con un picco nel 2022 pari allo 0,33% del reddito nazionale lordo a cui e seguita una discesa allo 0,27% nel 2023.

    Vediamo adesso alcuni spaccati che riguardano il Sud Italia ed in particolare la Sicilia. L’indice di povertà che in Italia è del 9,7%, in Campania, Calabria e Sicilia supera il 40%, mentre le regioni del Nord sono sotto al 15%. Gli occupati non regolari nel settore agricolo: valore più alto in Sicilia con il 32,3% contro una media nazionale del 20,2%. In Sicilia si registra la fecondità più alta (35,6 contro una media nazionale del 13,6). Sicilia ultima regione d’Italia per i giovani tra i 25/34 anni con titolo di studio terziario: solo il 23,2% contro una media nazionale del 31,6%. La copertura del servizio fognario in Italia è dell’88,8% mentre in Sicilia si riduce al 76,5%. Le misure di razionamento dell’acqua hanno riguardato soltanto la ragione Sicilia (dato 2023). Nel 2023 la regione più colpita da incendi è stata la Sicilia con il 22,3 per 1000 mq (2,9 per 1000 mq il dato Italia). La Sicilia, insieme a Campania e Puglia, è la regione con il più alto numero di clandestini. Nelle regioni Sicilia, Lazio, Lombardia, Toscana w Calabria si sono registrati i maggiori numeri di atti intimidatori. A fronte di questi dati forse l’azione pubblica dovrebbe focalizzare i propri sforzi per migliorare l’istruzione e lo studio, le infrastrutture (acqua, fognature) e la sicurezza (incendi, clandestini criminalità) senza dimenticare il sostegno alla povertà.

  • Dal Governo via libera alla Regione Sicilia sulle aliquote fiscali

    Dal Governo via libera alla Regione Sicilia sulle aliquote fiscali

    Il Consiglio dei ministri nella seduta del 14 luglio 2025 sotto la presidenza del Vicepresidente Antonio Tajani, segretario il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, ha approvato alcune modifiche da apportare all’articolo 6 del decreto del Presidente della Repubblica 26 luglio 1965, n. 1074 recante norme di attuazione dello Statuto della Regione Siciliana in materia finanziaria.

    Nella attuale vigenza l’articolo 6 citato prevede che “Salvo quanto la Regione disponga nell’esercizio e nei limiti della competenza legislativa ad essa spettante, le disposizioni delle leggi tributarie dello Stato hanno vigore e si applicano anche nel territorio della Regione. Nei limiti dei principi del sistema tributario dello Stato la Regione può istituire nuovi tributi in corrispondenza alle particolari esigenze della comunità regionale.

    Le modifiche proposte all’articolo 6 seguirebbero l’attuazione dell’Accordo del 16 dicembre 2021 tra il Governo e la Regione Siciliana in materia di finanza pubblica, con il quale Stato e Regione si impegnavano a introdurre norme di attuazione statutaria al fine di favorire l’insediamento di imprese e cittadini europei ed extra-europei nel territorio regionale.

    Le norme approvate consentiranno alla Regione di intervenire sulle aliquote dei tributi erariali entro i valori consentiti dalla normativa statale e di prevedere esenzioni, detrazioni e deduzioni in relazione a interventi diretti a promuovere lo sviluppo economico, la coesione e la solidarietà sociale. Inoltre, sarà consentito alla stessa di attribuire incentivi e contributi, previa stipulazione di una convenzione con l’Agenzia delle Entrate, purché nel rispetto delle norme dell’Unione europea sugli aiuti di Stato.

    In attesa di conoscere il testo definitivo della modifica normativa, da cui deriveranno sicuramente nuove opportunità di rilancio per la Sicilia, non possiamo non ricordare che ancora oggi resta inattuato l’articolo 37 dello Statuto della Regione Sicilia, il quale prevederebbe che  “Per le imprese industriali e commerciali, che hanno la sede centrale fuori del territorio della Regione, ma che in essa hanno stabilimenti ed impianti, nell’accertamento dei redditi viene determinata la quota del reddito da attribuire agli stabilimenti ed impianti medesimi. L’imposta, relativa a detta quota, compete alla Regione ed è riscossa dagli organi di riscossione della medesima (ADER dal 1° ottobre 2021 – legge regionale n. 9/2021)”.

  • La Pubblica Amministrazione può fare quello che vuole. Anche non eseguire le sentenze

    La Pubblica Amministrazione può fare quello che vuole. Anche non eseguire le sentenze

    Sentenza annulla pretesa tributaria. L’Ufficio la disattende e procede con la riscossione. Il contribuente si rivolge di nuovo agli stessi giudici. Questa volta l’Ufficio annulla, ma i giudici non lo condannano alle spese processuali.

    La Giustizia Tributaria è palesemente schierata. A favore del Fisco.

    Se un contribuente/cittadino si oppone ad una pretesa ritenuta non dovuta e quindi illegittima può al massimo ottenerne l’annullamento, ma quasi mai il pagamento delle spese processuali. Restano a carico del contribuente, anche quando le stesse riguardano il tempo, lo studio, le azioni amministrative la redazione degli atti, eseguiti in proprio, oltre che lo stress ed il rischio di procedure esecutive della riscossione. Se invece il cittadino/contribuente si fa assistere da un avvocato o da un commercialista, allora il rischio, se non la certezza, è quello di ottenere la condanna alle spese dell’ente impositore in misura talmente inadeguata che nella stragrande maggioranza dei casi non basterà a saldare la parcella del professionista. In pratica il cittadino che osa contestare una pretesa tributaria ci andrà sempre a perdere, anche se ha ragione. Di chi è la colpa? Dei giudici tributari che oramai senza più veli o formalismi sono schierati con il fisco, la pubblica amministrazione, gli enti locali, l’agenzia delle entrate. Sono gli stessi Giudici che non esitano condannare, se soccombente, il contribuente che contesta una pretesa di 200/300 euro al pagamento di spese processuali anche per 1000/2000 euro. Come per dare il segnale. Non devi più opporti, anche quando pensi di avere ragione.

    E la Pubblica Amministrazione fa quindi quello che vuole. Anche disattendere le sentenze dei giudici tributari. Si, perché tanto alla fine non subisce mai nulla. A dimostrarlo è il caso di un recente giudizio emesso dalla Corte di Giustizia tributaria di primo grado di Palermo, la quale ha affrontato la richiesta di un cittadino, destinatario di una intimazione di pagamento emessa dall’Agenzia delle Entrate-Riscossione in relazione ad una cartella ed un ruolo annullati tre anni prima dalla stessa Corte con sentenza passata in giudicato. Nel corso dei tre anni il cittadino si è rivolto all’Agenzia ed all’Ente impositore sollecitando l’esecuzione della sentenza, ottenendo invece l’effetto opposto; i due uffici pubblici portano avanti la pretesa, viene emessa l’intimazione, e si trova ad un passo dalle azioni esecutive, il pignoramento. A questo punto è obbligato ad instaurare una seconda causa per tutelarsi. Nuovo, ricorso, nuova costituzione in giudizio, nuove memorie, nuove notifiche, altro tempo ed energie dedicati alla difesa di un diritto. Si difende da solo, conosce la materia. La sua controparte processuale è una cattiva Pubblica Amministrazione, scorretta, sicuramente non rispondente ai principi dettati dalla legge, economicità, trasparenza, collaborazione, efficacia; responsabile di una palese colpa grave, non ha ottemperato ad una sentenza. E’ una Pubblica Amministrazione che a seguito del secondo ricorso finalmente annulla l’atto che era stato già annullato 3 anni prima dai giudici. Finalmente. Cosa fanno i giudici a seguito del secondo ricorso? Dichiarano estinto il giudizio compensando le spese. Si, anche se l’articolo 15, del D. Lgs. n. 546/1992 dispone l’obbligo di condanna. Il cittadino/contribuente può essere contento di questa decisione? Aveva ragione. Ha sostenuto si poche spese, il contributo unificato, si è difeso da solo. Ma tutti i giorni passati a studiare, scrivere, notificare, controllare, costituirsi in giudizio, affrontare le udienze, non dovevano essere risarciti al pari di una prestazione professionale? Poi c’è la palese colpa grave dell’Ufficio, punibile con il risarcimento del danno come specificatamente previsto dall’articolo 36 del cpc. Ma lo abbiamo già detto, per la PA le leggi si applicano solo se conviene.

    Direi che nonostante abbia raggiunto l’obiettivo, resta l’amaro di una triste verità, la giustizia tributaria non è imparziale ed il cittadino è vittima di questo sistema.

  • In Sicilia meno nascite, popolazione in diminuzione, divorzi in aumento e maggiore percentuale di giovani che non studiano e non lavorano

    In Sicilia meno nascite, popolazione in diminuzione, divorzi in aumento e maggiore percentuale di giovani che non studiano e non lavorano

    La Sicilia perde residenti e nuovi nati secondo i dati forniti da ISTAT per l’anno 2023. Nonostante questa flessione la regione mantiene una delle percentuali più alte di fecondità a livello Italia. Primato anche sul numero di separazioni e divorzi e sul numero di giovani che non studiano e non lavorano (età compresa tra i 20 e i 24).

    Secondo i dati contenuti nel Censimento permanente della popolazione e delle abitazioni ISTAT del dicembre 2023, la popolazione in Italia era di 58.971.230 individui. La popolazione residente in Sicilia, sempre in base allo stesso Censimento era di 4.797.359, l’8,1% della popolazione italiana. La Sicilia rispetto al dato nazionale, sostanzialmente stabile, ha visto registrare una flessione di 16.657 unità nella regione (-0,3%) rispetto all’anno precedente, il 2022.

    Il 2023 ha registrato un nuovo record di denatalità. I nati sono stati 35.489 (-1.321 rispetto al 2022). Ciononostante, la Sicilia nel 2023 ha registrato un tasso di fecondità (1,32 per donna) maggiore di tutte le altre regioni italiane esclusa la provincia di Bolzano (1,57) ed il Trentino-Alto Adige (1,43).

    Nel 2023 si è ridotta la mortalità (-2.680 decessi rispetto all’anno precedente). Il tasso di mortalità è diminuito dal 12,3 all’11,8 per mille. Maggiore tasso di longevità per le donne siciliane, che rappresentano il 51,2% della popolazione residente, superando gli uomini di oltre 118mila unità. L’età media è passata dai 45,2 anni del 2022 ai 45,4 anni del 2023. Messina ed Enna le province più anziane (47,0 e 46,7 anni).

    Gli stranieri censiti nel 2023 in Sicilia sono 196.919 (+5.551 rispetto al 2022), corrispondenti al 4,1% della popolazione regionale. La provenienza è prevalentemente della Romania (24,0%), della Tunisia (12,0%) e del Marocco (8,1%). 

    In Sicilia ci si separa e divorzia più che nelle altre regioni d’Italia.

    Nel 2023, il tasso generico di separazione per 10 mila abitanti (14,0 a livello nazionale) raggiunge il picco in Sicilia (17,1), seguita da Campania (16,8) e Calabria (16,1), e il minimo nella Provincia autonoma di Bolzano (9,3). Il tasso generico di divorzialità per 10 mila abitanti, a fronte di un valore medio nazionale di 13,5, vede in testa alla graduatoria Sardegna (15,8) e Sicilia (15,7) mentre, all’ultimo posto, si colloca la Provincia autonoma di Bolzano (9,3).

    Sicilia con una alta percentuale di giovani che non studiano e non lavorano.

    Nel 2024, la quota di giovani che non lavorano e non studiano (NEET) è del 10,7 per cento nel Centro-nord e del 23,3 per cento nel Mezzogiorno. I valori superiori alla media nazionale si registrano solamente nelle regioni del Mezzogiorno. I valori più bassi si registrano nelle Province autonome di Bolzano/Bozen (8,0 per cento) e Trento (7,3 per cento).

    Purtroppo, la Sicilia si attesta con una percentuale significativamente più alta della media nazionale pari al 25,7 per cento. Peggio di lei solo la Calabria con il 26,2 per cento.

    Pochi anche i giovani laureati in Sicilia.

    Nella classe di età 25-34 anni si registra un divario tra Centro-Nord e Centro-Sud anche in relazione al numero di laureati: nel Centro-nord, la quota di laureati è del 34,7 per cento, mentre scende al 25,9 per cento nel Mezzogiorno, dove Puglia e Sicilia registrano i valori più bassi (rispettivamente, 24,4 per cento e 23,2 per cento).

  • Nasce lo Spazio Ninni Cassarà all’interno dell’Istituto Malaspina

    Nasce lo Spazio Ninni Cassarà all’interno dell’Istituto Malaspina

    Presentato nel pomeriggio del 7 luglio 2025, da USSM – Ufficio di Servizio Sociale per i Minorenni di Palermo, insieme a CESIE ETS e Centro Internazionale delle Culture UBUNTU ETS Onlus, lo “Spazio Ninni Cassarà” in occasione del 40° anniversario della scomparsa del Dott. Antonino “Ninni” Cassarà nello spazio esterno adiacente l’Istituto Penale per i Minorenni di Palermo “Malaspina” (lato via Cilea).

    Il Commissario Cassarà per diverso tempo collaborò con Giovanni Falcone e con il “pool antimafia” della Procura di Palermo. Le sue indagini contribuirono all’istruzione del primo maxiprocesso contro la mafia. Tra le numerose operazioni a cui prese parte, molte delle quali insieme al commissario Giuseppe Montana, la nota operazione “Pizza connection”, in collaborazione con forze di polizia degli Stati Uniti.

    Sposato e padre di tre figli, venne ucciso dalla mafia nel 1985, all’età di 38 anni, insieme all’agente Roberto Antiochia.

    Durante la cerimonia è stato presentato il percorso educativo “Sui passi di Ninni Cassarà” realizzato all’interno del progetto Labirinti (intervento socioeducativo multidimensionale a supporto dei minori figli di detenuti in quattro territori: Catania, Ragusa, Palermo e Sciacca), con la premiazione dei partecipanti (in forma privata prima della cerimonia) da parte dei rappresentanti dell’USSM, del CESIE ETS e del Centro Internazionale delle Culture UBUNTU ETS Onlus.

    I rappresentanti delle associazioni promotrici hanno sottolineato il valore di questo evento come memoria condivisa e di riflessione sull’impegno per la giustizia e la legalità, valori essenziali per formare nuove generazioni di cittadini consapevoli e responsabili.

    Presso l’Aula Baviera del Tribunale per i Minorenni di Palermo il Coro della Sezione di Palermo dell’Associazione Nazionale della Polizia di Stato diretta dal maestro Tonin Tarnaku ha intonato l’Inno di Mameli prima che prendesse la parola la d.ssa Rosalba Cassarà, sorella di Ninni: “Mio fratello era un ragazzo che amava molto la vita e la sua città Ninni è morto ma vive attraverso tutti i siciliani che credono nelle istituzioni e nei valori sani. Lo dobbiamo ricordare in maniera gioiosa e viva. Ninni era motivato in Cristo”.

    Alla cerimonia hanno partecipato diverse autorità, tra cui l’Arcivescovo metropolita di Palermo Corrado Lorefice, il Questore della provincia di Palermo dott. Maurizio Vito Calvino, l’Assessore Fabrizio Ferrandelli in rappresentanza del Comune di Palermo.

  • Con l’app Io, aumentati i documenti falsi. Procura e Polizia municipale insieme per combattere il fenomeno

    Con l’app Io, aumentati i documenti falsi. Procura e Polizia municipale insieme per combattere il fenomeno

    A Palermo, Procura della Repubblica e Polizia Municipale si uniscono per fronteggiare l’emergenza, trasferendo ai tanti agenti che quotidianamente sono nelle strade della città tutti i dettagli che permettono di riconoscere un documento digitale vero da uno falso, in un incontro formativo, promosso da Anvu, Associazione professionale della polizia locale di Italia, e ospitato nella sede di Palermo di Hikvision, colosso mondiale del marchio di videosorveglianza.

    Presenti all’appuntamento il comandante della Polizia Municipale, Angelo Colucciello, il sostituto procuratore Carmela Romano, l’assessore regionale ai Trasporti, Alessandro Aricò, l’assessore comunale al Turismo, Alessandro Anello, il presidente regionale di Anvu, Giovanni Battista D’Amico e i responsabili di Hikvision, Nino Pumilia e Piero Marsala. È emerso che la stampa dei documenti falsi non interessa il territorio palermitano ma la loro diffusione sì e ad operarla sono, in genere, la criminalità organizzata e, talvolta, impiegati infedeli. A finire sotto il mirino dei controlli di identità sono soprattutto gli stranieri, tra i quali il fenomeno è più diffuso, così come tra coloro che hanno la fedina penale macchiata e quelli che vogliono cambiare identità.

    “Il falso documentale è diventato importante da quando i documenti si trovano in formato digitale sull’app Io”, ha affermato il comandante della Polizia Municipale, Angelo Colucciello. “La Polizia Municipale ha creato, a Palermo, un Gabinetto di Polizia Scientifica ad esso dedicato in via Ugo La Malfa, 72 con personale formato ad hoc, che ha le capacità di discernere il documento falso in ragione delle sue caratteristiche. Vogliamo evitare che si creino delle falle all’interno dell’amministrazione che li rilascia, ad esempio quando un impiegato si trova davanti il documento di un paese estero. Spesso il falso è proprio il documento di provenienza e adesso abbiamo gli strumenti per controllarli. Nei nostri documenti gli elementi per verificarli sono tanti, delle ombre create ad hoc, il bollo di Stato che ha un ologramma particolare ed altri che teniamo riservati al pubblico ma li destiniamo alla nostra formazione”.

  • Dragon Boat Open Day di Lilt Palermo: prove gratuite dello sport orientale che aiuta le donne operate al seno

    Dragon Boat Open Day di Lilt Palermo: prove gratuite dello sport orientale che aiuta le donne operate al seno

    Un’imbarcazione caratteristica, con testa e coda di drago, per far vivere lo spirito di squadra e contribuire all’esercizio fisico per le donne operate al seno. Sabato 28 giugno, dalle 9,30 fino alle 17,30, al Nautoscopio di Palermo, in piazza Capitaneria di Porto, si svolgerà il Dragon Boat Open Day, organizzato da Lilt Palermo, Lega italiana per la lotta contro i tumori, dalla squadra delle Aquile Rosa Lilt Palermo, in collaborazione con lo Yacht Club del Mediterraneo. La giornata prevede una tavola rotonda con medici, psicoterapeuti, fisioterapisti, laboratori esperienziali e prove gratuite in acqua di Dragon Boat. Alle 12,30 la tradizionale cerimonia commemorativa dei fiori per le donne che non ce l’hanno fatta. Per prenotazioni 091/8391963, 393/9758436 e aquilerosaliltpalermo@gmail.com.

    Letizia Davì, presidente Lilt Palermo: “Chiediamo che il Dragon Boat sia indicato a supporto della terapia post-operatoria. Si tratta di una giornata per far conoscere il Dragon Boat non solo ai pazienti, ma soprattutto agli operatori del settore come medici, oncologi, fisioterapisti, psicoterapeuti.

  • Ex Grande Migliore: nuovo tentativo di vendita

    Ex Grande Migliore: nuovo tentativo di vendita

    Il prossimo 24 maggio, alle ore 12, termina la presentazione delle offerte per l’acquisto del Centro commerciale aggregato denominato “Grande Migliore”, sito in Viale della Regione Siciliana Nord Ovest 4408. Prezzo base euro 21.148.000,00.

    Il centro si estende per una superficie di 7650 mq, suddivisa in tre strutture distinte denominate “GRANDE MIGLIORE”, “ACCADEMIA” e “ARREDO & VERDE”, oltre che una struttura destinata a parcheggio (con lavori da ultimare). La struttura comprende 2 impianti fotovoltaici, per i quali si opera una vendita congiunta con la società proprietaria degli impianti. Pena l’inefficacia dell’offerta, l’offerente dovrà dichiarare la volontà di assumere, o di non assumere, a tempo indeterminato ex dipendenti della società.

    L’esito di questa vendita all’asta è molto atteso perché, oltre a provenire da un ribasso del prezzo base, rappresenta una svolta definitiva per il futuro lavorativo degli ex dipendenti di Grande Migliore e perché tutto l’ambiente circostante alla struttura sta attraversando un livello di degrado altissimo. Luogo di abbandono di rifiuti di ogni genere e stazionamento di persone senza dimora.

  • L’opera eternamente incompiuta nel parco della Favorita a Palermo

    L’opera eternamente incompiuta nel parco della Favorita a Palermo

    18 anni addietro, il 28 novembre 2007, l’Assessorato al Territorio ed all’Ambiente della Regione Sicilia ed il Sindaco del Comune di Palermo ricevevano una petizione sottoscritta da 1143 cittadini, per il recupero della ex tenuta reale della Favorita, parte rilevante della “Riserva naturale orientata regionale di monte Pellegrino”, che con una estensione di circa 4 km² rappresenta il più grande giardino di Palermo, nonché il quarto più grande d’Italia.

    La sollecitazione cittadina non sortiva nessun effetto sostanziale se non la solita cronaca sui pro e contro dell’iniziativa apparsa sulla stampa locale.

    Lo scorso mese di maggio, a distanza di quasi 18 anni, il Comune di Palermo ha presentato un piano di fattibilità per la rigenerazione del Parco della Favorita, redatto da un pool di esperti nominati dal sindaco Roberto Lagalla e coordinato dal paesaggista Giuseppe Barbera.

    E’ proprio il caso di dire meglio tardi che mai.

    Sarebbero già disponibili dieci milioni di euro del Piano operativo del PN Metro Plus e Città Medie Sud 2021-2027 per la riqualificazione delle prime aeree, nella parte a più alta densità monumentale della Riserva. L’obiettivo è quello di trasformare il parco in multifunzionale, intrecciando natura, sport, cultura e storia.

    L’iter procedurale di realizzazione degli interventi vede coinvolta per competenza anche la Regione Sicilia. Speriamo non si tratti dell’ennesimo proclama e che le opere, anche se tra qualche anno, vengano veramente realizzate.

    I cittadini aspettano da decenni.

  • Termovalorizzatori a Catania e Palermo. Attesa per l’esito della gara sulla progettazione.

    Termovalorizzatori a Catania e Palermo. Attesa per l’esito della gara sulla progettazione.

    Con l’Ordinanza n. 3 del 21 novembre 2024 il Commissario Straordinario per la valorizzazione energetica e la gestione del ciclo dei rifiuti nella Regione Siciliana, il Presidente della Regione Renato Schifani, ha adottato l’’aggiornamento del Piano regionale di gestione dei rifiuti.

    Il suddetto Piano ha previsto la realizzazione di due termovalorizzatori in Sicilia, uno a Palermo ed uno a Catania.

    In Italia, secondo una indagine svolta nel 2021 operano 37 impianti di incenerimento di rifiuti urbani e rifiuti derivanti dal trattamento meccanico biologico dei rifiuti urbani stessi.  Quasi tutti i termovalorizzatori operativi si trovano nel Nord Italia (26 impianti). Di questi, 13 si trovano in Lombardia, e 7 in Emilia-Romagna. Ad oggi i rifiuti della Sicilia vengono smaltiti presso questi siti. Nella foto, tratta dal sito di Herambiente, il termovalorizzatore di Padova.

    I due termovalorizzatori della Sicilia saranno realizzati presso le zone industriali di Palermo e Catania, ciascuno della potenzialità di 300.000 tonnellate (complessiva 600.000) con un costo previsto pari a 800 milioni di euro.

    Gli impianti di incenerimento di rifiuti urbani recuperano energia elettrica e/o termica. Anche i due termovalorizzatori di Palermo e Catania determineranno una valorizzazione energetica.

    Lo scorso 9 giugno è scaduto il termine per la presentazione delle offerte per l’affidamento di servizi di ingegneria e architettura relativi alla progettazione di fattibilità tecnico-economica, coordinamento della sicurezza in fase di progettazione, redazione della relazione geologica e del piano economico-finanziario. La gara prevede anche l’opzione di affidamento dei servizi di direzione lavori e di coordinamento della sicurezza in fase di esecuzione per ciascuno dei due impianti da realizzare.

    L’importo dell’appalto per la progettazione ammonta a quasi 22 milioni di euro, mentre altri 22,4 milioni sono previsti per l’eventuale direzione lavori.

    L’esecuzione della progettazione oggetto dell’appalto, che comprende anche le indagini geologiche e geotecniche sui terreni, prevede una tempistica di realizzazione da parte dell’aggiudicatario di 150 giorni dall’avvio delle attività. Aspettiamo aggiornamenti istituzionali rispetto all’esito della gara, così da poter vedere iniziare il conto alla rovescia per i cinque mesi che separano la Sicilia dall’inizio dei lavori esecutivi delle opere.