Regolamento antievasione di Palermo in attesa di correzione

Lo scorso mese di settembre lo scrivente è stato sentito in audizione dalla competente Commissione Consiliare del Comune di Palermo al fine di far attivare la procedura di rettifica/correzione del Regolamento Antievasione dell’Ente Locale, adottato dall’anno 2020 (Regolamento per l’applicazione disciplinante misure preventive per sostenere il contrasto dell’evasione dei tributi locali ai sensi dell’articolo 15 ter del decreto-legge 20 aprile 2019, n. 34, così come modificato dalla legge di conversione 28 giugno 2019, n. 58).

Il suddetto regolamento è stato adottato in Italia da un numero irrisorio di comuni (neanche una decina nell’anno 2020) perché introduce una sanzione molto pesante, ovvero la sospensione e la revoca delle licenze di esercizio; ma laddove il fenomeno dell’evasione risulti significativo, come a Palermo, è necessario e doveroso dotarsi degli strumenti idonei a contrastarlo, e quindi comunque condivisibile la scelta politica fatta.

A distanza di circa sette mesi il regolamento in questione non è stato ancora modificato, e di conseguenza non posso che evidenziare nuovamente, in termini semplici e molto sintetici, le motivazioni contenute nella mia richiesta.

Nell’attuale versione il regolamento antievasione impedisce ai contribuenti non in regola con il pagamento dei tributi locali (TARI, IMU, ecc.), ma non destinatari di specifici avvisi d’accertamento, di regolarizzare la propria posizione attraverso un piano di rientro rateizzato.

Tale misura è invece consentita ai contribuenti destinatari di avvisi d’accertamento.

Considerata la evidente limitazione che pone tale previsione, e la grave condizione che potrebbe determinare in capo a soggetti che vorrebbero comunque regolarizzare, si auspica che il Comune di Palermo voglia correggere nel più breve tempo possibile questa stortura, ammettendo anche questa fattispecie di debiti alla dilazione temporale.