Da Mondello a Cruillas, rifiuti e degrado a Palermo: nessuna giustificazione

I cittadini civili non si abitueranno mai al degrado della città di Palermo. Non è storia recente quella dei rifiuti abbandonati nelle strade, ma nessuno dirà mai che va bene così. Dal centro alla periferia, dai cassonetti alla raccolta differenziata, non cambia nulla. E non saranno certo solo gli inceneritori a risolvere il problema in futuro.

Non vengono rispettate le regole del conferimento da parte degli utenti ed è palese la incapacità (o non volontà) delle società attualmente incaricate della pulizia, della raccolta e smaltimento dei rifiuti, a garantire gli standard minimi di decoro e tutela della salute pubblica.

Rispetto al passato oggi si aggiunge il fallimento della raccolta differenziata, in periferia, nelle zone residenziali, nel centro della città, ed anche in zone turistiche come Mondello, dove i residenti, proprio lo scorso 10 giugno, esasperati dalla presenza massiccia di rifiuti non raccolti, hanno denunciato l’ennesimo disservizio all’Amministrazione Comunale.

Ci sono zone della città dove nessuno pulisce da decenni; si vedano ad esempio ampie zone adiacenti viale Regione Siciliana in tutti i suoi quasi dieci chilometri di estensione, sia in direzione Trapani che in direzione Catania, sottopassi compresi (come quello che collega Cruillas alla zona di viale Lazio).

In alcuni tratti delle corsie laterali erbacce non potate da anni riducono significativamente e pericolosamente l’ampiezza delle carreggiate (si veda, tra e altre, la corsia laterale in zona Cardillo, direzione Catania).

Molte vie cittadine non vengono spazzate se non saltuariamente. Ci si chiede chi controlla il servizio degli addetti allo spazzamento.  I punti di abbondono dei rifiuti ingombranti e pericolosi non si contano e sono noti a tutti. I tombini delle strade sono sempre ostruiti dai rifiuti che non vengono raccolti e quando piove gli allagamenti sono inevitabili.

A chi conviene tutto questo? Lascio ricavare all’intuito dei lettori la risposta, anche se magari coglierla può significare rabbia e perdita di ogni speranza per il futuro.

L’elemento incredibile di questa storia è che le aziende responsabili del servizio di smaltimento dei rifiuti ritengono che tutto vada bene.

Non è così. La verità è sotto gli occhi di tutti. L’Amministrazione comunale ascoltasse i cittadini, una volta per tutte. In tanti pronti a fornire la mappa del disservizio; dalle zone abbandonate da anni, a quelle dove lo spazzamento non è regolare; dove la raccolta differenziata non funziona, e dove gli incivili abbandonano rifiuti di ogni tipo.

Basterebbe poco, diciamo solo la volontà. Come è stato fatto in centinaia di altri comuni italiani. Telecamere installate in tutte le zone a rischio, applicazione delle ammende penali ai trasgressori (Dlgs 152/2006, artt. 255 e 256 – da mille a 26mila euro, oltre l’arresto), e soprattutto non confermare il mandato se le società aggiudicatarie del servizio non sono in grado di garantirlo.

Poche decisive azioni che non costano neanche tanto se non in termini di coraggio. inoltre, le sanzioni rappresenterebbero un introito per le casse comunali che potrebbe addirittura coprire integralmente i costi irrisori da sostenere. Eppure, siamo qui a parlare ancora di questo vergognoso problema. Il Comune di Palermo deve decidere da che parte stare. Dalla parte della legalità o dalla parte di chi specula e truffa e di chi sporca e deturpa gli spazi pubblici.